| Ecco un articolo che parla delle repliche, penso della prima serie, della fiction... Una buona occasione per rivedere l'episodio con Giorgio: ciao!
"Boris il pesciolino rosso che denuncia la televisione spazzatura di Gaetano Gasparini 25/05/2009 16.55.00
Sul canale Fox di Sky vanno in onda le repliche di Boris. La serie più demenziale e corrosiva del panorama fiction italiano
Piacevole novità della fiction nostrana, Boris è una sit-com prodotta dalla Wilder per Fox Italia. Ogni puntata dura 30 minuti. La serie è stata trasmessa per la prima volta nel 2007 da Fox (pacchetto Sky). La rete ha appena finito di mandare in onda la seconda serie, e dal 6 Maggio sono cominciate le repliche della prima serie, sempre su Fox, dal lunedì al venerdì intorno a mezzanotte e mezza. A giugno di quest’anno inizieranno le riprese della terza serie.
Boris è un pesciolino rosso che sguazza pacifico nella sua palla di vetro, distante anni luce dal mondo esterno, spettatore e confidente di un regista sul bordo di una crisi di nervi, René Ferretti. Il mondo esterno è un frenetico studio di fiction, con la sua troupe, in cui si gira una scadente soap, Gli occhi del cuore. Il meccanismo di base di questa sit-com è quindi elementare: una serie che racconta il dietro le quinte di una serie. E’ naturalmente un astuto anche se non originalissimo espediente che permette al regista Vendruscolo di sbizzarrirsi in una parodia esilarante sulle serie tivù (per intenderci, vuole fare il verso a quelle serie fiume come Cento vetrine o Un posto al sole).
L’effetto è il trionfo del grottesco, del cinismo, della mediocrità e della vanagloria, grazie a una combinazione ben riuscita di sceneggiatura brillante, ritmo serrato e una collezione di bravi caratteristi affiancati da attori meno bravi ma che tutto sommato ben si prestano alla rappresentazione dei personaggi di poco spessore che interpretano.
Il punto forte di Boris, oltre alla palese presa in giro delle serie trash, sono gli attori che formano questa troupe bislacca. Finalmente possiamo dare un viso al doppiatore Francesco Pannofino che presta da sempre la voce a George Clooney. Ottimo caratterista, interpreta il regista nevrotico e scalcagnato della serie che parla con il pesciolino Boris delle sue frustrazioni, alla disperata ricerca di un briciolo di dignità, conscio com’e’ di girare una porcata. C’e’ la piccola Guzzanti, Caterina, che interpreta il suo braccio destro. Un convincente Antonio Catania nel ruolo del cinico produttore per il quale l’unica cosa che conta sono gli ascolti della soap, incurante della qualità del prodotto. Troviamo anche Carolina Crescentini (che sparisce però nella seconda serie) e Pietro Sermonti, protagonisti dello sceneggiato dalle ridicole velleità artistiche ai quali viene facile personificare la parte della cagna e del cane, finzione o meno. C’e’ Paolo Calabresi, già Iena per Italia 1 e volto di numerosi spot pubblicitari, nella parte dell’elettricista di scena psicolabile e violento che schiavizza gli stagisti e Ninni Bruschetta, direttore della fotografia, cocainomane incallito costretto a smarmellare, ovvero ad adoperare per la fotografia dello sceneggiato un’illuminazione sovraesposta perché come dice lui stesso La fotografia fa schifo perché lo vogliono "loro", non può essere più bella di quella della pubblicità altrimenti la gente cambia canale.
Sono quindi proprio le peculiarità dei personaggi, con le loro nevrosi, i loro isterismi, le loro ambizioni irrealistiche, i loro comportamenti da primadonna davanti alla pochezza di forma e contenuto della serie nella serie che suscitano l’ilarità dello spettatore. Ai personaggi fissi poi, nelle due serie, ci sono delle guest stars di prim’ordine. Nella prima c’e’ un sorprendente Giorgio Tirabassi, già zelante poliziotto in Distretto di Polizia, che interpreta un sadico e megalomane regista che offende gli attori per le loro scarse qualità. Nella seconda, e sono probabilmente le puntate migliori, c’e’ uno strepitoso Corrado Guzzanti nella parte di un attore di secondo rango. Violento e religiosissimo, folgorato sulla via di Damasco: ritiene di aver visto Gesù sulla Roma - L’Aquila. La partecipazione di Guzzanti ha del delirante e dà alla serie una dimensione decisamente farsesca poiché riesce a calarsi alla perfezione nel ruolo dell’attore mediocre con crisi mistiche.
Boris è più di una serie parodistica, è una denuncia della televisione spazzatura. I riferimenti non mancano: dalla tirannia dell’auditel, alla pubblicità occulta, passando per le ingerenze, le protezioni politiche e l’imperante velinismo. Riesce a dipingere e a screditare un ambiente dominato dall’ipocrisia e dal cinismo, ridicolizzando un genere che ormai diamo per scontato nei nostri palinsesti e di cui abbiamo accettato la presenza già da tempo. Conquista così la complicità del telespettatore accorto, quello che seleziona con cura i programmi da guardare e che esecra quel tipo di televisione. Non usa l’autoironia poiché è ovvio che prende le distanze dalla fiction che ritrae: la sua arma è un umorismo caustico, dissacrante, a tratti surreale.
E’ quindi attraverso le vicissitudini di questa troupe senza arte né parte, che assomiglia tanto a un’armata Brancaleone, che si può affermare che Boris sia una sorta di antidoto al pattume televisivo che ci circonda. Si può scorgere un intento quasi documentaristico, una velata missione che è quella di mostrare la genesi delle soap e di un modo di far televisione in generale, in cui emergono in modo burlesco, cialtroni, opportunisti, veline e varie altre figure tragiche.
Non si salverà proprio nessuno in questa serie. Forse solo Boris, l’innocente pesciolino rosso, metafora riuscita del telespettatore più indifeso, quello che accetta senza batter ciglio i tanti Occhi del Cuore della televisione italiana.
DA:http://piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=004413
|